Questa contraddizione è recentemente esplosa nell'ambito di una contrapposizione tra amministrazione e cittadini, riuniti nel Comitato Pratone Torrespaccata. Cassa Depositi e Prestini ha infatti annununciato che l'area sarà oggetto del progetto di rilancio degli studios di Cinecittà per la realizzazione di diversi teatri di posa grazie a fondi PNRR. Il rilancio dei teatri non sostituirebbe le cubature previste dalla centralità del PRG. | Questa contraddizione è recentemente esplosa nell'ambito di una contrapposizione tra amministrazione e cittadini, riuniti nel Comitato Pratone Torrespaccata. Cassa Depositi e Prestini ha infatti annununciato che l'area sarà oggetto del progetto di rilancio degli studios di Cinecittà per la realizzazione di diversi teatri di posa grazie a fondi PNRR. Il rilancio dei teatri non sostituirebbe le cubature previste dalla centralità del PRG. |
Inoltre, nonostante la comprovata presenza dei reperti archeologici mostrati sopra e nonostante la completa continuità naturalistica e paesaggistica con il PAC, l'area del Pratone non è soggetta ad alcun vincolo. | Inoltre, nonostante la comprovata presenza dei reperti archeologici mostrati sopra e nonostante la completa continuità naturalistica e paesaggistica con il PAC, l'area del Pratone non è soggetta ad alcun vincolo. |
Come evidenziato in una rapporto di ricerca dal titolo "Lo specchio delle brame romane: il Pratone di Torre Spaccata al bivio tra speculazione e diritto all’ambiente", interamente scaricabile sul sito di RomaRicercaRoma, quella del Pratone "è una vicenda “esemplare” perché, forse più di tante altre, rende evidente come a Roma i nessi tra gli interessi della rendita urbana e le scelte della pianificazione urbanistica risultino così profondi e persistenti da far pensare a un vero e proprio sistema di “sottogoverno”. Il vorticoso avvicendarsi e tendersi la mano di poteri “fortissimi”, pubblici e privati, nella proprietà e nei progetti di edificazione del Pratone, porta alla luce le dinamiche che hanno anteposto l’interesse privato all’interesse pubblico, e la rendita urbana alla tutela del patrimonio territoriale. Passando di mano in mano tra i poteri “più” forti di Roma – Torlonia, Gerini, Cabassi, Italstat, Cassa Depositi e Prestiti – il Pratone può essere considerato esempio dell’economia di carta: in mezzo secolo di progetti mai realizzati, e senza che vi si posasse un solo mattone, il Pratone ha fruttato per i privati gigantesche plusvalenze." | Come evidenziato in una rapporto di ricerca dal titolo "Lo specchio delle brame romane: il Pratone di Torre Spaccata al bivio tra speculazione e diritto all’ambiente", interamente scaricabile sul sito di RomaRicercaRoma, quella del Pratone "è una vicenda “esemplare” perché, forse più di tante altre, rende evidente come a Roma i nessi tra gli interessi della rendita urbana e le scelte della pianificazione urbanistica risultino così profondi e persistenti da far pensare a un vero e proprio sistema di “sottogoverno”. Il vorticoso avvicendarsi e tendersi la mano di poteri “fortissimi”, pubblici e privati, nella proprietà e nei progetti di edificazione del Pratone, porta alla luce le dinamiche che hanno anteposto l’interesse privato all’interesse pubblico, e la rendita urbana alla tutela del patrimonio territoriale. Passando di mano in mano tra i poteri “più” forti di Roma – Torlonia, Gerini, Cabassi, Italstat, Cassa Depositi e Prestiti – il Pratone può essere considerato esempio dell’economia di carta: in mezzo secolo di progetti mai realizzati, e senza che vi si posasse un solo mattone, il Pratone ha fruttato per i privati gigantesche plusvalenze."(([[https://www.ricercaroma.it/pratone-di-torre-spaccata/]])) |